Amaranto, la pianta che non muore mai

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Oggi vi parlo dell’amaranto, uno pseudo cereale come la quinoa, ma fa parte di una famiglia completamente diversa, le Amaranthacee. La pianta di amaranto è originaria del Sud America ed è conosciuta soprattutto per il colore e la lunga vita del suo fiore, non a caso “amaranto” deriva dal greco: “che non muore mai”. È un alimento privo di glutine e può essere quindi consumato da chi è celiaco. È inoltre molto digeribile, tanto da poter essere inserito fin dal primo svezzamento e può essere assunto anche da chi ha problemi intestinali. Ha delle ottime proprietà nutrizionali:

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  • I semi di amaranto sono ricchi di proteine (15-18%) e possono essere completate dall’associazione con cereali come riso, grano o mais e si ottiene così una miscela di proteine complete ad alto valore biologico, come quelle della carne, del pesce, delle uova;
  • Ha un contenuto di fibre tre volte quello del grano: ha quindi un ruolo ipoglicemizzante;
  • Si contraddistingue per l’elevato contenuto di minerali come il ferro, calcio, fosforo e magnesio;
  • Contiene i tocotrienoli (una forma di vitamina E) e fitosteroli che abbassano i livelli di colesterolo;
  • Apporta buoni quantitativi di squalene (chiamato così perché si trova in abbondanza nell’olio di fegato dello squalo) che è in grado di ridurre la sintesi di colesterolo nel fegato.

Come si cuoce l’amaranto? Bisogna lavare bene i chicchi in acqua fredda, cuocere una parte di chicchi e due parti di acqua per circa mezz’ora ( in pentola a pressione 20 minuti). Non è necessario mescolare. Poi bisogna lasciare riposare una decina di minuti prima di servire.  L’aggiunta di alcune erbe fresche o radice di zenzero può esaltare il sapore dolce e delicato, simile a quello della nocciola. L’amaranto può essere cucinato come un cereale integrale, può essere utilizzata la farina, può essere germogliato o tostato. I semi possono essere cucinati con altri cereali integrali, aggiunti a zuppe e stufati come agenti addensanti e ricchi di nutrienti. La farina di amaranto è usata per fare pasta e prodotti da forno. Per il pane deve però essere miscelata con altre farine in quanto non contiene glutine, la sostanza che conferisce elasticità all’impasto. Inoltre le foglie della pianta dell’amaranto hanno un sapore simile agli spinaci e vengono utilizzati nello stesso modo in cucina. Sapete anche cosa si può fare con l’amaranto? I pop corn: il procedimento è identico a quelli fatti con il mais.  

Ps. Alcune piccole curiosità sull’amaranto: gli Aztechi gli conferivano poteri soprannaturali inserendolo nelle loro cerimonie religiose associato a sacrifici umani. In Messico  i semi sono tostati e mescolati con una soluzione zuccherina per fare un dolce chiamato alegria (felicità). Esopo gli dedicò anche una delle sue favole, “La rosa e l’amaranto”: Un amaranto cresciuto vicino a una rosa le disse: “Che splendido fiore sei tu. Ti desiderano gli dèi e gli uomini, ti invidio per la tua bellezza e per il tuo profumo”. “O amaranto”, gli rispose la rosa, “io non vivo che pochi giorni e anche se nessuno mi recide, appassisco; ma tu fiorisci e vivi sempre così, in perenne giovinezza”. Meglio durare a lungo, contentandosi di poco, che, dopo sfarzo, mutar sorte o magari morire.

L’amaranto, la pianta che non muore mai!